Scritto da Redazione Serverlab
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Dopo quasi vent’anni che faccio questo lavoro e che ho girato aziende di tutta Italia (qualcuna anche in Europa) penso di essere stato chiamato con tutti i nomi possibili. Quando entro dalla porta sento “è arrivato…
…quello dei computer”
…lo smanettone”
…oddio, adesso non va più niente!!!”
…l’Informatico”
…il programmatore”
…il tecnico”
…
…
il TECNICO”…
Nulla da eccepire, chiaramente sono un tecnico e chiaramente lavoro “nei computer” ma questa definizione non mi è mai piaciuta.
Mi piacerebbe essere chiamato, oltre che col mio nome (i miei genitori ne hanno dato uno anche a me), anche sistemista!
Io sono un sistemista
Il mio è un lavoro preciso, complesso e variegato e di difficilissima definizione, la cosa più vicina ad un sistemista è il medico.
Sì, ma con la differenza che il sistemista può fare un backup!
In realtà il paragone col medico/dottore/specialista è per certi versi riduttivo, noi spesso creiamo dove non c’è nulla, innestiamo nuovi componenti dov’è necessario, allarghiamo spazi stretti. Andate da un dottore e chiedete che vi metta due braccia in più. Lui non ci riesce, noi (nel nostro campo) sì!
Il nostro lavoro è fatto di esperienza, di ricerca, di istinto; non ci si può improvvisare sistemista, ogni scelta che facciamo dobbiamo sapere a priori che ripercussioni avrà su tutti gli operatori che lavorano ai propri pc e su tutti i programmi utilizzati.
Dobbiamo avere una visione d’insieme, dobbiamo sapere cos’è meglio per i nostri clienti anche quando questi non lo sanno. Perché ogni tanto capita che non lo sappiano.
Il nostro compito è quello di capire quali sono le esigenze delle persone che abbiamo di fronte perché ciò che va bene in un’azienda non va bene per quella della strada a fianco. E noi dobbiamo capirlo ed essere flessibili.
In un certo senso dobbiamo essere anche dei traduttori, dobbiamo tradurre l’informatichese in un linguaggio umano compresibile anche a chi non ha alcuna cultura digitale. Senza questo ruolo di “traduzione” quotidiano, per quanto possa essere fatto bene, il nostro lavoro sarà sempre percepito come una “diavoleria” incomprensibile e senza un gran valore.
Così capita che alla fine dobbiamo essere un po’ anche dei maghi, facendo sembrare semplice ciò che in realtà è molto complesso.
Per questo non chiamatemi tecnico, quando entro dalla porta della vostra azienda dite: “È arrivato il mio sistemista!“.
p.s. nessun caldaista è stato maltrattato per la stesura di questo articolo.
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