Questo è uno di quei momenti in cui è a portata di mano qualcosa di molto conveniente.

L’informatica oggi è dominata dalla rincorsa al cambiamento, strattonata dalle follie dei produttori, frenata dal budget in tempi di crisi.

Invece di farci trascinare dobbiamo metterci nella lunghezza d’onda giusta e osservare certi indicatori quali l’insofferenza degli utenti ai cambiamenti inutili, la necessità di produttività, il ciclo di vita dei prodotti-chiave.

Il ciclo di vita

I sistemi operativi a 32 bit erano basati sullo standard “386” nato nel 1986, quindi ci siamo portati dietro per un bel pezzo i limiti dovuti alle condizioni dell’informatica di 30 anni fa.

I nuovi sistemi operativi Windows a 64 bit offrono un mondo completamente nuovo di possibilità. L’obiezione potrebbe essere: Windows 2008 non è già vecchio?

Windows 2008 era una prova d’orchestra, noi parliamo di Windows 2008 R2-sp1, rilasciato nel marzo 2011 e completamente nativo a 64 bit.

E’ il sistema operativo più innovativo degli ultimi 15 anni. Perché? Perché taglia i ponti con il passato pur mantenendo la compatibilità con buona parte del software a 32 bit che esiste in commercio. Il prodotto è stabile e maturo, ci troviamo quindi sulla salita della curva a sinusoide, che significa ritorno sicuro dall’investimento.

Siccome la curva, cioè il ciclo di vita di un sistema operativo aziendale dura tanti anni, siamo in un momento magico.

“Il ferro”

Le condizioni per cogliere questa opportunità le detta l’hardware: un sistema operativo a 64 bit ha bisogno di hardware a 64 bit.

Ma:

  • i vecchi server a 32 bit stanno uscendo dalla garanzia (e prendono la strada della rottamazione)
  • i server acquistati dopo il 2007 sono tutti a 64 bit

Probabilmente abbiamo già in casa tutto quello che ci serve. Con queste premesse, il ritorno dall’investimento del passaggio a 64 bit è inferiore ai sei mesi.

Come determinare un così rapido ritorno dall’investimento? Se c’è aumento di produttività, se si fa di più con minori risorse o se si fanno cose che prima non si potevano fare.

Qualche esempio

  • Microsoft SQL Server: con i 64 bit si possono superare i 4 GB di Ram assegnabili ad un server. Se si deve far girare un database importante per dimensioni o prestazioni attese, poter assegnare 8, 10 o più GB di RAM significa una vera manna.
  • Application Server, Sharepoint, Exchange: qualsiasi applicativo che apre molti processi simultanei e stressa il server fino a saturarlo, col nuovo ambiente a 64 bit risolve i suoi problemi perché gestisce meglio memoria, processi, thread.
  • Virtual desktop: esempio ideale Citrix XenDesktop Enterprise. La suite contiene XenApp che è nativo a 64 bit ed ottimizzato per Windows 2008R2-sp1. Il numero di utenti che possono lavorare sul nuovo XenApp a 64 bit è dalle 3 alle 4 volte superiore a quello basato sul vecchio Windows 2003.

La densità di sessioni per server può passare dalle attuali 15-20 a 50-70*.  Quindi il costo per utente diventa 3 – 4 volte più basso dell’attuale!

(* i produttori dichiarano valori ben più alti, ma la nostra esperienza si basa sul mondo reale in cui gli utenti lanciano molte  applicazioni, spesso molto pesanti)

Il momento magico

Se si considera che Windows 2003 ha avuto una vita di oltre 8 anni, passare ai 64 bit ora che la piattaforma è stabile è un vero affare per le aziende.

Ecco un investimento fatto al momento giusto del ciclo di vita dei prodotti: nè troppo tardi, nè troppo presto.

Visti i tempi, è qualcosa di molto conveniente.

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