Citrix Summit, il virtual desktop, il terminal server

Da pochi giorni si è concluso ad Orlando, in Florida, il Citrix Summit 2014 con l’annuncio di XenDesktop 7.5, nuova release del suo prodotto di bandiera.

Stavo proprio radunando le idee sulle caratteristiche introdotte nella nuova release, quando sono arrivate in azienda alcune telefonate da parte di responsabili IT che ponevano domande su questioni basilari, mostrando forte incomprensione su queste due componenti e sulla loro ragion d’essere.

Uno dentro l’altro

Come una matrioska, Citrix XenDesktop “contiene se stesso” più altri componenti: già questa singolarità non aiuta a capire, il resto lo fa la complessità delle soluzioni contenute. Per spiegarne l’origine del garbuglio, ai clienti racconto la storia della guerra tra VMware e Citrix iniziata nel 2009 col rilascio di VMware View, ma i racconti informatici interessano solo noi del settore mentre i clienti continuano a chiedere: di cosa parliamo?

A cosa serve

Parliamo di due soluzioni totalmente diverse per uno stesso scopo: semplificare la gestione delle postazioni di lavoro, o “desktop”. Desktop, scrivania, è il nome che diamo da oltre 20 anni al PC per il motivo che è stato graficamente strutturato come una scrivania, con cartelle, documenti, foto e immagini. Il “Virtual Desktop” è una postazione di lavoro virtuale ed è stato creato essenzialmente per un motivo: risparmiare soldi. Il risparmio risiede nel fatto che è più economico gestire una postazione invece di 100; invece di installare 100 Office, 100 browser, 100 Acrobat, 100 gestionali se ne installa uno solo; così come invece di aggiornare o dismettere applicazioni su 100 postazioni, se ne gestisce sempre solo una.

Lavorare da casa

Lo strumento in origine non era nato per questo scopo. L’intuizione originale dell’azienda che per prima ne produsse una versione pronta per il mercato, la Citrix , era stata l’offrire uno strumento completo e potente per lavorare senza dover raggiungere il posto di lavoro. Di fatto, la soluzione è finita per servire ad entrambi gli scopi: telelavoro e riduzione dei costi di gestione. Se è così semplice, come hanno fatto i produttori a farsi capire così poco dal mercato?

VDI, Hosted Desktop, Terminal Server, soluzioni diverse per uno stesso scopo

I produttori di software hanno ottenuto gli scopi suddetti attraverso due modalità:

  • aggiungendo ad un sistema operativo per PC la remotizzazione

oppure

  • aggiungendo ad un sistema operativo per Server la remotizzazione e la multiutenza

La prima soluzione viene chiamata VDI, la seconda hosted desktop o terminal server, che è una funzione attivabile opzionalmente nei sistemi operativi Server di Microsoft.

Le differenze, in soldoni

Siccome la matematica non è un’opinione, far partire CENTO sistemi operativi costa molto di più di accendere UN sistema operativo. Il VDI moltiplica a dismisura i costi relativi alla RAM ed alla potenza elaborativa. Inoltre, a tutt’oggi, Microsoft chiede una licenza annuale per usare il VDI, questo aumenta ulteriormente i costi. La “sessione virtuale”  offerta invece da un sistema operativo server remotizzabile e multiutente non ha questi aggravi da parte di Microsoft e presenta consumi ridotti in termini di RAM e CPU. Tutto questo si ottiene con Citrix XenApp, componente contenuto all’interno della suite XenDesktop Enterprise. Altro problema del VDI è la scalabilità: quello che vale per 50 utenti non vale più per 500 o 1500. L’impatto sullo storage e sul networking è tale che i produttori di hardware hanno creato soluzioni ad hoc come ad esempio Cisco UCS. Citrix XenApp invece ha il vantaggio di essere scalabile da pochi utenti a migliaia senza dover ogni volta rivedere l’infrastruttura e ricominciare daccapo. Tutto questo vale naturalmente purché si progetti la Citrix Farm correttamente (cosa in cui Serverlab è specializzata). Con Citrix XenApp su un server Microsoft a 64 bit si possono ospitare 50, 60, 80 utenti contemporanei che operano su applicazioni pesanti e intensive. E’ evidente che il costo pro-capite di una postazione di lavoro virtualizzata diventa ridicolo.

Come è diventato il segreto meglio custodito della rete

Come sia stato possibile che che un vantaggio così grande per le aziende diventasse un tale segreto rimane un mistero. Colpa di un marketing troppo “creativo” o ci sono anche questioni tecniche per il desktop virtuale strategico? Forse gli addetti ai lavori sono stati sempre molto cauti per un motivo semplice: il sistema operativo stesso di Microsoft. A quanti è capitato di vedere il proprio PC “piantato” per una operazione banale come l’inserimento di una chiavetta USB, il copia incolla di un file o una operazione complessa in un foglio di Excel? Il rischio di ottenere poca affidabilità dentro al desktop virtuale era potenzialmente alto, così, tra la paura di un mondo pericoloso e ignoto e la comunicazione caotica dei produttori, ancor oggi queste soluzioni sono poco comprese e poco diffuse. In Serverlab conosciamo bene questo rischio ed abbiamo creato una metodologia standard per creare Citrix XenApp Farm che offrano un virtual desktop affidabile e stabile come una roccia, a 20 come a 2000 utenti.

XenDesktop e XenApp servono entrambi

XenAppIl desktop virtuale basato su un sistema operativo dedicato ad una sola persona, o VDI, in certe circostanze, ha una sua ragion d’essere. Su 100 postazioni ce ne possono essere un 5 – 10% che potrebbero avvantaggiarsi della soluzione VDI; a questi utenti daremo un virtual desktop basato su XenDesktop. Alle altre 90 persone daremo invece un virtual desktop basato su Citrix XenApp, la cui licenza d’uso è comunque contenuta in XenDesktop Enterprise. Ascoltando il cliente e le reali necessità dei suoi utenti, avremo quindi ottenuto risultati ottimali assieme a risparmi importanti. Dal punta di vista pratico, l’utente, vede qualcosa di diverso?

Try and buy

Una prova pratica vale mille parole, la potenza della “sessione virtuale” si può provare dal vivo qui:

Fateci sapere se vi piace e se vi pare tanto diverso da un sistema operativo dedicato.

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